Siccome qui si fanno le cose al contrario, dopo aver parlato la settimana scorsa della post-produzione oggi ci occupiamo della pre-produzione. Tutto regolare.
Iniziamo dalla definizione: la pre-produzione è tutto quello che succede prima di registrare. Nelle produzioni musicali copre tante fasi diverse, e forse solo la scrittura dei pezzi è esclusa – semplicemente perché spesso un brano nasce molto prima di quando si inizia a pensare a un disco. In un disco “vecchio stile”, prodotto con il giusto compenso per tutti, in questa fase possiamo avere la ricerca dei suoni per ogni canzone, trovare il produttore giusto, il fonico che ben si sposa con il genere o il gruppo che andiamo a incidere, e via dicendo. Le sessioni di registrazione in studio, va da sé, sono la fase di produzione propriamente detta.
Molti dei podcast che facciamo non hanno delle fasi così chiaramente definite: soprattutto quelli più chiacchierati prevedono solo che tu accenda il microfono e via che si registra. Ma se il tuo podcast prevede uno script, la sua stesura fa parte della pre-produzione.
Le ricerche per un determinato tema, dalla lettura di un articolo alla consultazione di svariati volumi su quell’argomento: ecco un altro aspetto della pre-produzione. Quando Aldo prepara le note della puntata per Ricciotto, per esempio, la pre-produzione implica la visione del film (da parte sua e di chiunque altro l’abbia fatto: Fede quasi sempre, io “spesso”), il ragionamento su quanto visto e la stesura delle note, eventualmente integrate da noi.
Per Spoiler, un progetto molto acerbo ma di cui sono ancora incredibilmente fiero, Lucia e io lavorammo un anno e mezzo, in due nazioni diverse, con pochi momenti in cui eravamo fisicamente assieme – tra cui un on the road attraverso l’Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia per raccogliere le interviste. Poi ci fu il momento della sbobinatura (molto lungo), del riordino del materiale, la scrittura degli episodi e le prove. Quando ci sedemmo a registrare, nel natale del 2015, si può dire che il grosso del lavoro l’avevamo già fatto.
Nell’avventura dell’Atlante sonoro degli archivi italiani, Valentina De Poli ha tirato fuori una storia da ciascuno degli archivi di cui abbiamo parlato: l’analisi delle fonti, il loro ordinamento in maniera che ne uscisse fuori una storia, e la scrittura dell’episodio son tutti momenti di pre-produzione.
È ovvio che registrare un quarto d’ora di puntata sembra un lavoro di produzione misero, rispetto a un anno e mezzo di pre-produzione: ma è intrinseco al nostro mezzo. Se pensi all’industria cinematografica, lì le diverse fasi durano molto di più: diverse settimane di ricerca delle location, diverse settimane di casting, la costruzione dei set, e tutto il cucuzzaro. Poi ci si avvia alla produzione (e infatti spesso si parla di “preparazione”), che può durare diverse settimane, a seconda del film. Poi c’è la post-produzione, con da una parte la risoluzione delle cose fisiche (smonta i set, paga tutto quello che c’è da pagare, eccetera) e dall’altra il montaggio, la colonna sonora, eccetera. Un podcast può avere una spropositata fase di pre-produzione a fronte di una giornata, al massimo, di produzione, per una puntata: ma va bene così.
Non dimentichiamoci poi che se il tuo podcast ha alle spalle un qualche tipo di finanziamento, la pianificazione economica e il budget fa invariabilmente parte della pre-produzione. Non esiste film al mondo che possa incominciare le riprese senza un budget ragionato (e approvato da chi deve approvarlo), la stessa cosa deve capitare per un podcast.
Ci sono anche le questioni tecniche cui badare, ovviamente: anche se il tuo podcast è solo chiacchierato, non scaricare un aggiornamento del sistema operativo un’ora prima di registrare: stai sicura che non avrà finito, per il momento in cui il computer ti serve, e ritarderai tutto. Piuttosto, preoccupati di verificare che tutto funzioni: il microfono è attaccato è funzionante, non ci sono cavi difettosi, non ci sono ronzii in cuffia (per esperienza posso dire che non tutti i ronzii che si sentono in cuffia vengono poi registrati, ma non ci metterei una mano sul fuoco), insomma: fai tutte le cose noiose prima di registrare.
Poi attacca il microfono e via.