Auphonic, una soluzione molto rapida


Assurdo non averti ancora parlato di una soluzione rapida e comoda per sistemare l’audio delle tue registrazioni: rimedio subito parlandoti di questo coltellino svizzero che, contrariamente ai veri coltellini svizzeri, è perfetto per fare due cose in particolare: sistemare il volume delle tue voci e limitare un minimo i rumori in sottofondo.

Facciamo un breve passo indietro, prima: secondo me è importante anche solo avere un’idea abbozzata di tutta la filiera produttiva di un podcast. Dalla stesura del testo, alla sigla, alla registrazione, alla post-produzione. L’ideale sarebbe poter fare tutta la filiera da sé, o comunque con il proprio gruppo di lavoro – che sia per passione o perché si viene pagati, non importa. Il punto però è che non è fondamentale seguirla davvero, tutta la filiera.

Sì, lo so che sembra che mi stia contraddicendo nell’arco di un paragrafo, ma seguimi un attimo. Se ti sembra di perdere tempo dietro al compressore, se ti sembra che l’equalizzazione non stia di casa assieme a te, se tutte quelle cose pratiche per le quali bisogna un pochino sporcarsi le mani non ti piacciono, allora non ti fare del male: ignorale.

Delle tre l’una: o esci con una puntata “fatta male” (le virgolette perché dipende sempre da mille fattori diversi, stabilire se una cosa è fatta bene o fatta male), oppure impari un po’ di basi del mestiere, e spero che questo percorso ti stia aiutando, oppure ricorri a soluzioni esterne tipo Auphonic.

Già dalla home page del sito si capisce abbastanza bene perché può servirti, ma nel caso ecco la spiegazione facile: ti permette di sistemare i volumi del tuo file di modo che suonino bene tutti i partecipanti del podcast. Per farlo usa due tecniche differenti e incrociate: livella tutto a uno stesso volume, di modo che tutto abbia la stessa potenza percepita. Dietro le quinte fa anche altre cosine, che poi andiamo a vedere.

Nota bene,  prima parte: in questo articolo affronteremo solo la versione online e gratuita di Auphonic, che permette di caricare i propri file fino a un massimo di due ore di audio al mese. Esiste una stessa versione, ma in formato app da installare sul computer, ma dal momento che quello che puoi fare online va benissimo, mi limito a parlarti di quello.

Nota bene, seconda parte: Auphonic può fare davvero tantissime cose, che magari vedremo nelle prossime settimane. Qui mi interessa parlarti di alcune funzioni specifiche, che sono le più immediate e che ti risolvono i problemi forse più grossi che potresti avere durante la produzione delle tue puntate.

Ma prima, parliamo di soldi

Per usare Auphonic è necessario attivare un account. Non costa niente, e come dicevo: usarlo per due ore al mese è gratuito; e anche nella sua forma a pagamento non è certo eccessivo, come puoi vedere dall’immagine qui sotto:

Poi certo, arriva anche a una novantina di euro al mese, ma a quel punto conviene davvero comprare la licenza per l’app per computer. Se non ti piace l’idea di pagare mensilmente Auphonic, puoi comprare dei crediti usa-e-getta, il cui costo è comunque contenuto:

Nota bene: sono crediti che si aggiungono alle due ore gratuite, o alle ore del tuo piano mensile. Pertanto se spendi 18 euro e compri un credito da 10 ore, di fatto ne hai a disposizione 12.

Ma come dicevo: non è obbligatorio pagare alcunché, basta un account gratuito e hai due belle ore da riempire tutti i mesi con il tuo podcast.

Momento Aranzulla: caricamento del file

Una volta che sei dentro Auphonic il sito ti propone con semplicità di caricare un tuo file: è quel bel pulsante rosso in apertura:

Volendo puoi caricare il file anche via FTP, ma lasciamo perdere questa maniera eccessivamente complicata per iniziare a lavorare. Scegli il file che vuoi caricare e setta il formato di uscita:

Ne hai diversi a disposizione, ma quello che ci interessa è il classico mp3 a 128kbps. Poi scendi un poco fino alla sezione inferiore, che è quella che ci interessa in questo momento: quella degli algoritmi.

Già lasciando i parametri di base otterrai un risultato più che discreto: Auphonic si preoccuperà di livellare le varie voci, ovvero di portarle tutte a uno stesso livello di volume. Il target lo puoi selezionare tu, anche se come vedi Auphonic te ne suggerisce già uno, ovvero -16LUFS, uno standard piuttosto diffuso. Puoi scegliere il parametro che vuoi, tenendo conto che più è alto il numero, più suonerà “forte” (-13LUFS è più alto, come volume, di -16). Sto preparando un pezzo sui LUFS, non ti preoccupare: mi rendo conto che possa suonare una parola molto molto strana, ma ha il suo senso.

Quel “Filtering” che vedi segnato indica un filtro passa-alto che va a togliere le frequenze più basse, ché sotto gli 80Hz difficilmente ci sono informazioni importanti, in un podcast. Puoi anche togliere un po’ di rumore e di ronzii, e nel caso selezionassi l’opzione Auphonic ti chiederebbe di quanto vuoi la riduzione: è il menù a tendina che nello screenshot che ti ho fatto poco fa. Seleziona “Auto”, così non sbagli.

Fai partire la produzione: dopo qualche minuti Auphonic ti invierà una mail con il link per accedere alla pagina col risultato finale. Come vedi, le modifiche rispetto al tuo file si vedono a colpo d’occhio:

Da questa pagina puoi scaricare il file che ti serve, e ualà: sei a posto.

Repetita iuvant

Se poco poco dai un’occhiata alle varie opzioni che Auphonic ti dà, ti rendi conto che fa mille altre cose rispetto a quelle che ho esposto in questo pezzo. Ti dà un sacco di possibilità diverse, e abbiamo parlato solo delle più immediate e semplici. Faremo altri approfondimenti, stai tranquilla 🙂