E adesso decolliamo


Lo dico, lo ripeto e lo ribadisco: per fare podcast non serve chissà che attrezzatura. Non è necessario spendere tanti soldi, fare grossi investimenti, o chessò io. Si possono ottenere risultati più che dignitosi senza vendere un parente o ipotecare la casa, senza che sia obbligatorio comprare chissà che microfono, chissà che scheda audio, chissà che plugin fantasmagorico. Ma c’è un nemico che sta molto, molto vicino a noi, e di cui dobbiamo essere consapevoli: il nostro computer.

La maggior parte dei computer che girano sulle nostre scrivanie ha almeno una ventola, che viene attivata quando il carico di lavoro scalda troppo il processore: per evitare che fonda, il sistema fa girare le ventole. A dirla tutta: le ventole sono sempre attive, da quando accendiamo il computer a quando lo spegniamo, ma vengono fatte girare più velocemente quando il processore si scalda troppo. Come ultima difesa, il computer può eseguire uno spegnimento d’emergenza: se succede, la situazione è davvero pessima, al di là del bene e del male. Avere le ventole che girano velocemente è, tutto sommato, un buon segno.

(Potrebbe anche essere un problema di aerazione: hai sistemato il computer in un punto in cui c’è poco ricircolo e quindi non riesce ad approvvigionarsi di aria fresca, oppure hai un animale domestico e i suoi peli tappano le prese d’aria. Una volta ho dovuto far pulire l’interno di un portatile per colpa dei peli di gatto.)

Più veloce gira una ventola, più rumore crea. Più ventole ha il tuo computer, più rumore verrà generato. Se lanci un software che impiega molte risorse, a un certo momento il processore sarà troppo caldo e partiranno le ventole. Ma non solo: più è vecchio il computer, più molti software recenti ne impegnano il processore pesantemente: questo significa più calore e di conseguenza voooooosh, partono le ventole.

Tutto questo rumore sarà sicuramente catturato dal microfono. Probabilmente in quest’ultimo anno l’hai visto succedere durante le videoconferenze (anzi: l’hai sentito succedere), e non a caso: i programmi di videoconferenza sono molto esigenti e impegnano tantissimo tante risorse diverse del tuo computer; e se stai usando un portatile ci mettono niente a prosciugarti la batteria. Di solito in un tripudio di ventole che schizzano a velocità folli, come se il computer fosse sulla pista di decollo: e se questo rumore viene raccolto e amplificato dai microfoni ambientali dei portatili, sperare che non succeda quando stai registrando il tuo podcast non è una mossa intelligente.

Lo so bene che non puoi fare a meno del computer, per registrare – o meglio, per quanto sia possibile è ancora un po’ scomodo. Pertanto, non potendo eliminare il problema alla radice, è necessario limitare i danni il più possibile. L’ideale sarebbe tenere il computer in una stanza e registrare in un’altra: ma è un bel casino, e lo lasciamo solo a chi lo fa di professione. Negli studi di registrazione infatti è così, e mica per fare i fighi: perché è fondamentale garantire un ambiente di registrazione protetto e silenzioso.

Non potendo ricorrere a soluzioni così estreme, potresti comunque cercare di tenere distanti il più possibile il microfono e il computer, sfruttando la lunghezza dei cavi: che possono essere USB, come quello che connette il microfono al computer o quello che connette la scheda audio, oppure XLR. Magari riesci a ottenere un paio di metri di distanza tra la fonte del rumore, ed è già un vantaggio. Un’altra ipotesi: cerca di mettere una barriera fisica di qualche tipo, anche una pila di libri, tra te e il computer. Non è il massimo della comodità, mi rendo ben conto: come minimo significa fare le gimkane per premere un pulsante solo, oppure attraversare una stanza. Faresti a meno, eh? Lo so.

E se il microfono che usi per registrare è quello ambientale del computer? Be’, purtroppo non c’è granché da fare: l’unica è limitare i danni, sapendo che però la qualità di partenza è compromessa. Quando inizi a registrare aspetta qualche secondo prima di iniziare a parlare: così puoi intervenire con qualche programma di post-produzione e togliere un po’ del rumore delle ventole. (È quello che fa Audacity, con la funzione Riduci rumore: presto ci faccio un articolo.)