Guida al podcast da remoto, per quel che l’ho capito / Capitolo uno: Zencastr


Capito che ottenere un double-ender è una cosa molto positiva, vediamo ora in quali e quanti modi possiamo farcela. Il primo e più moderno è utilizzare uno dei diversi servizi pensati appositamente per questo scopo, come Zencastr e SquadCast. Di SquadCast, la volta scorsa, ho scritto:

 […] non l’ho mai utilizzato, quindi non ti so dire come funziona. La lista delle sue caratteristiche è notevole, ma la mancanza di un piano gratuito rischia di tenerlo lontano dalle persone cui non servono certe cose avanzate. Non lo utilizzerei, comunque, per il limitato monte orario che mette a disposizione: 2 ore per 10$ al mese mi sembra davvero un’offerta stitica.

Per 17$ al mese non si ottiene tanto di più: solo 5 ore di registrazione. Parlandone col buon Andrea Ciraolo abbiamo ragionato che uno dei pochi motivi che possono giustificare un prezzo simile a fronte di funzionalità così ridotte siano dei server sempre perfetti in grado di reggere una comunicazione a più voci in maniera ottimale.

Zencastr

Zencastr ti permette di avviare e registrare una conversazione online, registrando ciascun partecipante e poi caricando le tracce di ognuno, in modo che possano essere scaricate e montate insieme.

Il controllo ottenuto in questo modo è molto alto, e del tipo che preferisco: ciascuna conduttrice ha una sua traccia nella tua DAW (o programma di montaggio audio) ed è possibile intervenire singolarmente sulle tracce. Una volta che hai una traccia per ogni persona che parla, puoi fare quello che vuoi: con pazienza puoi fare anche dei lavori di pulizia e chiarimento, sciogliendo le sovrapposizioni tra le voci – che già di persona rischiano di incasinare l’intelligibilità del tutto, figuriamoci quando si è distanti e subentrano dei ritardi per colpa delle connessioni manigolde che abbiamo.

Zencastr ha due piani: uno gratuito, limitato (ma mai quanto quello di SquadCast) che prevede due conduttrici e 8 ore di registrazione per mese, e uno da 20$ al mese con il quale ottieni un numero illimitato di conduttrici e di ore di registrazione, una soundboard, registrazioni in mp3 ad alta qualità e in WAV (WAV a 16 bit, ma va bene, ci accontentiamo).

Una cosa da notare, e che all’inizio non sapevo, è che non è necessario che tutti abbiano un account di Zencastr per utilizzarlo: basta ricevere il link a una sessione e unirsi, per iniziare a registrare.

Con la crisi sanitaria, economica e sociale di queste settimane i limiti più pesanti del piano gratuito sono stati temporaneamente tolti: quindi puoi fare un podcast con un numero illimitato di ospiti e registrare per un tempo illimitato. Non so dire se è causa della crisi o di questa eliminazione dei limiti precedenti, ma i server di Zencastr stanno facendo molta fatica, soprattutto se la tua connessione non è delle migliori. Abbiamo dovuto interrompere diverse volte anche in più parti alcune delle puntate registrate in queste settimane (di Senza rossetto, Coccinelle, Ricciotto): una delle partecipanti diventava inintelligibile, oppure la sua connessione cadeva, disastri simili.

La situazione è diventata talmente grave che hanno dovuto spedire una mail per avvisare del fatto e, fondamentalmente, chiedere scusa. (Come si dovrebbe fare in casi simili.)

Nonostante questi inciampi, rimane un ottimo sistema per ottenere le voci di ciascuna partecipante, di qualità abbastanza buona per ottenerne poi dei file da condividere alla tua audience. Quindi fatti un account e fai partire la tua prima registrazione!

Scalda il microfono e attiva Zencastr

Primo punto da tenere in considerazione: sì, Zencastr funziona via browser, ma non tutti i browser: sono supportati solo Google Chrome e Mozilla Firefox. Noi che preferiamo Safari per la nostra navigazione dovremo usare uno degli altri due browser. Facendo l’account dovrai anche garantire al browser la possibilità di utilizzare il microfono, se ancora non ce l’aveva.

Una volta entrata nella dashboard avrai la possibilità di creare un nuovo episodio, vedrai l’archivio degli episodi già registrati, le ore di post-produzione che puoi utilizzare se hai scelto il piano a pagamento, la possibilità di salvare i file in un servizio di cloud storage di tua scelta tra Dropbox e Google Drive, lo spazio disponibile per le tue puntate.

La creazione di un nuovo episodio è piuttosto lineare: clicca sul pulsantone «Create New Episode», scegli un titolo (io ne scelgo sempre di divertenti, come puoi vedere da questi screenshot) e poi vai.

L’interfaccia è semplice: c’è il pulsante per iniziare la registrazione, a sinistra, e una grande rotella a destra: lì trovi le impostazioni per scegliere il microfono. Seleziona il microfono e le cuffie che vuoi utilizzare. Qui puoi anche dire a Zencastr che non vuoi utilizzare la loro VoIP ma qualche altro servizio come Skype. A ogni cambiamento del microfono, Zencastr effettuerà una verifica della qualità del microfono, della connessione, dello spazio a disposizione per salvare il file, e altri dettagli tecnici sui quali noi purtroppo abbiamo pressoché nessun controllo. Potrebbe succedere che alcune di queste verifiche non risultino superate: normalmente io riesco a registrare anche con qualche segnale di allarme, come puoi vedere nell’immagine seguente, ma potresti incappare in problemi più seri che ti potrebbero portare a consultare il supporto di Zencastr.

Sotto al pulsante di inizio registrazione trovi quello per invitare altre partecipanti: puoi invitare le persone attraverso il loro indirizzo email, oppure copiare il link della sessione di registrazione e far avere loro direttamente quella. È la maniera che preferisco, personalmente.

Quando tutte le partecipanti sono connesse e Zencastr ha verificato che sia tutto ok, potrai registrare la puntata. Vai e conquista il mondo! Noterai che ogni traccia mostra le forme d’onda delle voci di chi parla.

Una volta finita la registrazione (per terminarla devi premere il pulsantone rosso che dice, be’, «Stop Recording») la cosa importante è non lasciare Zencastr. Ciascun browser deve finalizzare la registrazione e caricarla nello spazio cloud del servizio: chi ha lanciato la sessione sarà l’unica persona in grado di scaricare tutte le tracce individuali. Quindi dì alle tue ospiti di non andarsene, è importante che rimangano fino a che il file non è disponibile per te, da scaricare. (Se vogliono, possono scaricarlo anche loro per avere un backup.)

Uno dei dettagli che fanno capire che Zencastr è stato pensato, e pensato bene, per i podcast, è quell’icona a forma di manina accanto al proprio nome, che si può premere per indicare agli interlocutori che si vuole prendere la parola. Una bella pensata.

Invece credo che la chat, per com’è fatta, sia da rifare, perché una volta che gli interventi sono troppi fanno slittare le tracce verso l’alto: in questo modo non puoi più vedere se qualcuno vuole prendere la parola, né le forme d’onda in tempo reale – un colpo d’occhio fondamentale per capire se sta andando tutto bene.

La sfiga ci vede benissimo

Parliamo però degli scenari peggiori.

Se c’è qualcosa che può andare male, dice il saggio Murphy, lo farà: e questo è uno di quei momenti in cui una connessione ballerina può rovinare la sessione. Mi è capitato che alcune tracce si bloccassero e non venissero caricate a dovere, e confesso di essermi preoccupato parecchio, per usare un eufemismo. E invece è bastato che l’altra persona facesse un bel refresh di Chrome perché Zencastr si rendesse conto di non aver caricato l’audio, lo andasse a prendere dal backup locale e glielo facesse scaricare. Quindi, occhio agli infarti, nella mia esperienza danni veri e propri non ce ne sono mai stati.

I danni possono capitare invece durante la registrazione. Una connessione debole o i server intasati generano lag e artifici sonori orripilanti, al punto che siamo state costrette a interrompere la registrazione e ricominciare.
Iniziando una nuova registrazione vengono create due diverse registrazione, ognuna col numero di tracce corrispondenti alle partecipanti.

Quindi che faccio, lo uso?

Sì, provalo. È gratuito e offre delle soluzioni pensate apposta per chi fa podcast. Abbi pazienza perché potresti incappare in alcuni problemi dovuti al grande traffico di queste settimane.
Ricordati che otterrai una traccia diversa per ciascuna persona che ha partecipato alla sessione di registrazione: significa che dovrai poi effettuare un montaggio audio di più tracce. Da un lato sarà molto comodo, ché così potrai intervenire nei momenti più caotici, dall’altro se non è una cosa che sei abituata a fare – o una cosa che vuoi fare – forse è meglio trovare un’altra soluzione per registrare.
Ne parliamo la prossima volta, allora!