Il calendario editoriale


Ovvero: come un concetto che sta bene un po’ su tutto, quando si parla di digitale, si applica alla perfezione anche ai podcast. Anche perché è la versione moderna di quello che una volta si sarebbe chiamato «calendario», o più semplicemente: la cara vecchia «programmazione».

Io non sono uno che si programma anche i respiri, anzi: mi organizzo di giorno in giorno quello che devo fare seguendo un calendario di massima, che può essere modificato da quello che succede tra la mia volontà e la realtà del mondo. A parte quando ho una produzione sottomano, però: in quel caso i tempi sono più contingentati, o meglio dovrebbero essere più contingentati. Qualche volta succede, qualche volta non ce la faccio. Nel momento in cui sto scrivendo questo pezzo ho due produzioni in corso, un voice-over consegnato e uno da consegnare, devo tenere un corso a ottobre e prepararne uno per dicembre, e devo comunque continuare a popolare questo Patreon, te lo devo. A tutto questo si somma, ovviamente, il resto della mia vita 🙃
Per forza di cose senza un minimo di programmazione l’unica soluzione sarebbe mollare tutto e andare a vendere mojito sulle spiagge caraibiche.

La cosa migliore per evitarsi corse dell’ultimo minuto, o addirittura saltare le uscite del tuo podcast e sentirti in colpa per questo è prepararsi un bel programma e cercare di seguirlo il più possibile. Sapendo però che non è il biglietto magico, non ci salverà sempre e comunque, solo ci aiuterà a tenere dritta la barra del timone, nelle occasioni peggiori limitando i danni, in quelle migliori prevenendoli. A volte salterai comunque una puntata, un appuntamento, qualcosa: sentirsi in colpa è normale, ed è anche giusto nei limiti del consentito: non esagerare però.

Quelli che troverai qui sotto sono un paio di consigli: sul grande mare del web trovi una caterva di articoli che analizzano la questione sotto tutti i punti di vista pensabili. Non ci penso nemmeno, a pretendere di esaurire l’argomento.

Gli obiettivi

Può essere qualsiasi cosa, ma non dev’essere troppo generico. «Voglio fare un podcast» è un obiettivo, sì, ma talmente vago che è solo un punto di partenza.
Senza contare che ci sono obiettivi di diversa natura: quelli logistico-organizzativi, come decidere quante puntate fare e con che frequenza pubblicarle; ma ci possono essere quelli di lungo termine, per esempio stabilire un numero di ascolti medi a puntata (o mensili, o settimanali) che vogliamo ottenere, oppure arrivare a risultati di tipo diverso, come raggiungere un certo tipo di pubblico, monetizzare con il podcast in maniera diretta o indiretta, cambiare carriera, le cose più varie che possono venirti in mente.

Dopo aver ragionato sul tipo di podcast che vuoi fare (due settimane fa t’ho buttato lì un po’ di esempi, c’è qualcosa che ti interessa?), cerca di capire che cosa vuoi fare realmente e che obiettivi vuoi raggiungere sul breve, medio e lungo periodo. «Voglio fare un podcast» può essere un pessimo obiettivo perché troppo generico, dicevamo: ma «iniziare a pubblicare ‘sto maledetto podcast» è invece perfetto per il breve periodo. Prendi carta, penna e calamaro, oppure apri un documento del tuo editor di testo preferito (editor di testo!, non Word), e procedi con l’elenco di quello che ti interessa. Vuoi cambiare lavoro e pensi che il podcast potrebbe aiutarti a battere nuove strade, farti conoscere da persone diverse che, sai mai, potrebbero assumerti o chiedere una tua consulenza? Ecco un obiettivo da segnare.

Conosci te stessa

Un po’ un ragionamento per obiettivi, un po’ una strategia da seguire, ecco cosa dev’essere il tuo calendario editoriale. Pianificare con un congruo anticipo quello che devi fare e di cui vuoi parlare ti lascia il giusto tempo per prepararti e studiare. Prendi questo bislacco corso di podcast che stai facendo con me, ora: è vero che in questo periodo sono molto incasinato, ma conservo sempre un minimo di programmazione. Ho tre-quattro post in bozza e almeno un paio iniziati, di modo che qualcosa di pronto ci sia sempre. Poi ogni tanto, come dicevo, non ci arrivo ugualmente: e allora salta una settimana.

Ma sapendo grossomodo da che parte devo orientarmi, riesco appunto a studiare e prepararmi le cose. L’infilata di post di settembre sulla compressione mi ha richiesto un paio di settimane tra preparazione, prima stesura e pubblicazione definitiva; mentre li scrivevo poi prendevo appunti per altri articoli (presto su questi schermi: limiter e compressore multibanda). Lo faccio anche perché sono molto pigro e con la tendenza a ridurmi all’ultimo momento: allora preferisco avere un po’ di bozze in caldo, aggirando i miei punti deboli, prevenendoli se possibile. Se già sai che tra il lavoro e la vita privata non ti rimane tanto tempo, ti sconsiglio caldamente di affrontare il tuo podcast senza un minimo di programmazione.

La parte pratica

Non dimenticare poi che per realizzare un podcast serve tempo: serve fisicamente del tempo. Devi registrarlo, e poi farci un minimo di post-produzione: calcola anche quel tempo, non dimenticartene. Per dire: se fai un podcast da remoto e devi aspettare la traccia della tua co-conduttrice, ecco che devi mettere in conto anche il tempo che ci vuole per condividere il file, scaricarlo e inserirlo nella tua DAW.
La previsione di questo tempo può essere inserita nel calendario editoriale, non credere: per esempio, ipotizzando tre ore per la produzione di una puntata: una di registrazione effettiva, le altre due di post-produzione e preparazione di tutti i materiali (la cover, le note della puntata, i post sui socialini, tutte quelle menate aggiuntive che però, appunto, portano via tempo).

A monte di tutto, però

Il calendario dev’essere uno strumento, non una catena. Non ingabbiarti più del necessario, e se vedi che è uno strumento che non ti si addice perché sei più tipa da fare le cose secondo l’estro del momento: fai il tuo podcast secondo l’estro del momento, e non ti preoccupare. L’importante è che il tuo podcast venga fuori come piace a te, e che tu lo faccia divertendoti. (Anche quando è lavoro.)