L’attrezzatura per fare i podcast, ma quella spesso ignorata: le cuffie

Lo dico sempre: attacca un microfono al computer e via!, sei pronta per fare i podcast. È vero, ma solo in parte: in primo luogo, lo sappiamo, al computer puoi attaccare in maniera diretta soltanto un microfono USB, sennò hai bisogno di una scheda audio. In secondo luogo perché, per quanto sia sicuramente possibile iniziare così la propria carriera e ottenere anche dei buoni risultati, presto o tardi sarà necessario disporre di un paio di cuffie. Adesso vediamo un po’ che cosa possiamo comprarci, partendo dai motivi per cui usarle, queste dannate cuffie. (E al solito, l’argomento è molto vario e complesso, non c’è stato tutto.)

Appunto: perché devo usare delle cuffie?

Non servono delle cuffie da studio da centinaia di euro: per iniziare, oppure non hai sottomano di meglio, puoi utilizzare senza problemi anche le cuffiette del computer. L’importante è che abbiano un cavo e che siano collegate a qualcosa: a che cosa esattamente, adesso lo vediamo. Ma prima ricordiamo il ruolo fondamentale di queste nostre alleate, che è duplice: da un lato, se registri con qualche ospite remoto, ti servono per evitare che il tuo microfono registri la sua voce; se invece sei da sola, serve comunque per farti sentire la tua voce e farti capire che stai registrando nella maniera corretta, e che i rumori di fondo sono sotto controllo.

Sul primo motivo non dovrebbero esserci punti su cui dilungarsi; sul secondo è bene sottolineare che l’ideale sarebbe che le cuffie fossero attaccate direttamente allo strumento di registrazione. Molti microfoni USB te lo permettono; se utilizzi una scheda audio o un mixer, attaccati alla sua uscita cuffie. Ascoltare la registrazione in tempo reale dal computer rischia di essere, banalmente, non in tempo reale. Certo, se hai un computer di ultima generazione, ipersuperincredibilvelocissimo, forse il ritardo tra quello che viene detto e quello che sentiresti sarebbe decisamente trascurabile, ma dipende da mille fattori: dal computer, dal software, dalla velocità della porta USB – e questi sono solo i primi tre fattori al di là del nostro controllo che mi vengono in mente.

In ogni caso, le cuffiette del telefono vanno benissimo per fare il lavoro: in maniera magari poco professionale, ma portano a casa il risultato. Basta che non siano bluetooth: non usare cuffiette bluetooth, grazie.

Le cuffie da studio, una grande famiglia

Puoi comprare una cuffia buona da studio senza dissanguarti ed entrare nella povertà (anche se ci sono sempre opzioni molto costose, ti interessassero). Le cuffie da studio sono tendenzialmente fatte tutte nella stessa maniera: hanno due grandi padiglioni dove sono inserite delle piccole casse audio, ricoperte di materiali vari (dalla finta pelle al nylon orripilante a cose di pregio). Una fascia che poi poggerà sul nostro cranio le tiene unite, e anche qui ci sono mille materiali differenti.

Ogni cuffia risponde in maniera differente alle diverse frequenze cui viene sottoposta: solitamente la risposta in frequenza viene esplicitata nella documentazione della cuffia. Quelle davvero professionali ti fanno sentire tantissima parte dello spettro sonoro udibile dall’essere umano: alcune partono da 5Hz e arrivano a 38kHz. Per fare podcast non servono: difficilmente manipoleremo registrazioni di voci oltre i 15kHz. E perché sia chiaro: l’orecchio umano da solo percepisce a partire dai 20Hz, quindi una cuffia capace di andare più in basso di così non ti servirà a niente.

Ci sono due tipi fondamentali di cuffie: con i padiglioni aperti o con i padiglioni chiusi. Non c’è per forza di cose una tipologia migliore dell’altra, solo degli utilizzi in cui uno dei due tipi ti metterà i bastoni tra le ruote rispetto all’altro, e viceversa.

Per esempio: una cuffia chiusa è ottima per registrare, e per riascoltare quello che hai registrato (o quello che stai montando) senza troppe interferenze dall’esterno. Possono essere perfette se stai lavorando al tuo podcast in una biblioteca (sì, prima o poi torneremo ad andarci anche senza limiti di capienza) o nella stessa stanza in cui qualcun altro sta facendo i fatti suoi, proprio per la chiusura che garantiscono attorno alle orecchie. Rischiano di falsare un po’ l’ascolto perché chiudendosi in maniera più o meno ermetica attorno alle tue orecchie possono aumentare sensibilmente la potenza delle frequenza più basse. C’entrano le nostre ossa, la conduzione dei suoni all’interno del nostro corpo, e tante altre cose che non saprei spiegarti.

Quando parlo di «chiusura ermetica» non intendo certo da camera iperbarica: ma sicuramente il ricircolo dell’aria è limitato e la pressione si farà sentire, sul lungo periodo. D’estate poi non ti dico: se anche tu come mei non sopporti il caldo, preparati.

Le cuffie aperte invece sono molto meno isolanti rispetto alle loro sorelle chiuse: il che significa ovviamente che sono pessime per registrare, perché faranno percolare un sacco di suoni nel microfono. Non vanno bene neanche se condividi la stanza con qualcun’altra, perché rischierà di sentire molto di quello che ascolti tu.

Di contro, paiono essere particolarmente adatte per mixare direttamente in cuffia: proprio perché isolandoci molto meno non riescono a falsare il nostro udito, senza sovraccaricare le basse, per esempio.

Siccome però se non complichiamo il mondo non siamo contenti, ecco che ti posso proporre anche le cuffie semi-aperte, in grado di unire i pro di entrambi i tipi, senza eccedere da un lato o dall’altro.

L’unico dettaglio cui stare attenta: l’impedenza

Tutte le cuffie che potresti comprare indicheranno da qualche parte la loro impedenza (si misura in Ohm, che si scrivono Ω). Per farla facile, è la potenza che serve ai tuoi dispoisitivi per controllare le cuffie e permetterti un ascolto a volumi dignitosi. Alta impedenza non significa migliore qualità: anzi, una cuffia ad alta impedenza attaccata a un dispositivo che non ha abbastanza energia per gestirla ti farà ascoltare il tuo lavoro a volumi pessimi.

Se stai cercando una cuffia che non dia problemi col tuo portatile o il tuo tablet, scegli una bassa impedenza: di solito 32Ω vanno bene, ma non andare oltre se non hai un preamplificatore per le cuffie, una scheda audio esterna, un mixer. E in ogni caso, difficilmente ti saranno utili delle cuffie da 600Ω se hai un portatile.

E le cuffie da gaming?

Quelle con anche il microfono, dici? Non so, ne ho provati pochi modelli e generalmente non mi piacciono. 🤗

Mixare in cuffia, non mixare in cuffia

Non ho delle casse monitor, quindi o uso le mie cuffie da studio, oppure gli altoparlanti del monitor. Che tutto sommato non sono cattivi: non è la soluzione ideale, ma proprio perché non devo mixare musica ma soltanto voce parlata (con ogni tanto un sottofondo musicale) avere un ascolto tutt’altro che perfetto gioca a mio vantaggio. Spesso infatti, dopo una prima passata in cuffia o sul monitor, riascolto il mix finale attraverso una cassa bluetooth JBL messa un po’ lontana, storta, a volume sufficiente per farmi sentir tutto, ma non troppo forte. Ho scoperto a mie spese che questo passaggio è fondamentale, rispetto all’ascolto nelle mie cuffie da studio, perché la qualità di quest’ultime è troppo alta: rischio di sentire ogni sfumatura e tenere quindi i volumi troppo bassi, al punto tale che alcuni clienti mi han fatto notare che loro, con le loro cuffie, non sentivano praticamente niente. È il paradosso delle cuffie da studio: rischiano di farti sentire troppo bene, e spingerti a prendere decisioni controproducenti in mix. Quindi, presta attenzione anche a questo.

Se me lo chiedi: un paio di consigli

Io uso una cuffia Beyerdynamic DT 770 PRO non ricordo a che impedenza, credo 32Ω perché si sente molto bene anche dal telefono o dal tablet. Sono ottime cuffie, con una risposta nominale tra i 5 e i 35kHz (che di sicuro io non riesco a percepire). Entro quest’anno vorrei provare a comprare una cuffia aperta, per sentire la differenza e capire come cambiano i miei mix con una cuffia simile.

Oggi ho provato una cuffia Behringer: la BH 470, decisamente economica, molto buona. Se vuoi avvicinarti al mondo delle cuffie da studio, la trovi solitamente sotto i 25€. Ha delle basse molto buone, quindi per ascoltare musica potrebbe essere un’ottima spesa. Se proprio devo trovare loro un difetto – tenendo conto che le ho usate davvero poco – sono un po’ strette. È vero che ho la testa grande, ma tieni in considerazione questo aspetto. Valgono tutti i soldi che costano, e per il mio gusto personale anche di più.