Ci sono microfoni di ogni marca e tipologia, per qualsiasi fascia di prezzo, destinati a una miriade di scopi diversi. È il motivo per cui questo titolo dice che non ti posso spiegare tutto: è un argomento vastissimo, per il quale andrebbe fatto un capitolo approfondito per ciascun punto di vista, o tipologia di strumento. Va ben al di là delle mie capacità, e a dirla tutta: al di là delle capacità di un sacco di gente, anche del settore. Però negli anni ho imparato alcune cose e credo sia abbastanza importante farle imparare anche a te: basta capire una differenza fondamentale e poi si vive sereni. La differenza fondamentale è per fare quello che interessa a noi esistono principalmente due tipi di microfoni che puoi appoggiare alla scrivania: i microfoni a condensatore e i microfoni dinamici. Per arrivare subito al punto: i migliori per la voce sono i microfoni dinamici. Ma prima di arrivarci, un passo indietro e parliamo di figure polari.
Il magico mondo delle figure polari
Conosci il mio canale Telegram? Sì? Che bello. No? Be’, adesso lo conosci. L’immagine del canale è una figura polare, nella fattispecie: la figura bidirezionale. Le figure polari sono, per dirla con Wikipedia, «la rappresentazione grafica su di un piano della sensibilità di un microfono in funzione della direzione di provenienza di un segnale che lo colpisce.» Traduciamolo. Prendi un foglio di carta: quello è il tuo piano. Disegnaci un cerchio: quel cerchio rappresenta le capsule del microfono. Le diverse figure polari indicano quanto segnale viene percepito dal microfono, e quanto respinto. Adesso metto lo schemino per mostrartelo.
(Questa l’ho screenshottata di violenza da Wikipedia, scusa.)
Un microfono in grado di registrare i suoni provenienti da tutte le fonti intorno a sé è un microfono omnidirezionale (nomen omen, come si dice). Un microfono che invece “prende bene solo da davanti” è un microfono cardioide: è molto sensibili ai suoni emessi di fronte a lui, e sempre più sordo a quelli laterali e in teoria incapace di cogliere quello che succede alle sue spalle. (Nella pratica è un po’ diverso, ma ci arriviamo proprio nell’ultimo paragrafo.) Il mio canale ha la figura bidirezionale, anche detta “figura 8”: le capsule reagiscono bene sia ai suoni frontali che quelli posteriori. È una soluzione perfetta quando si ha un solo microfono, e due persone che parlano. Quando registriamo Tizzoni d’inferno al Secco, a Milano, usiamo un solo microfono in modalità omnidirezionale: in questo modo possiamo radunarci in quattro o cinque attorno allo stesso microfono e parlare. Certo, non è la soluzione migliore in assoluto: ma fa parte dello stile del programma, ed è sicuramente la soluzione più comoda per noi (e per la mia schiena, che si deve portare dietro tutta l’attrezzatura). Ora andiamo a capire un po’ le due grandi famiglie di microfoni: quelli dinamici e quelli a condensatore.
Un microfono dinamico e passa la paura
Probabilmente hai visto le foto dei cantanti, quelli professionisti intendo: la stragrande maggioranza di loro usa il caro vecchio Shure Beta 58, un microfono dinamico. È fatto in modo da prendere soltanto le sorgenti sonore che gli si parano davanti, e ignorare la maggior parte dei suoni che provengono dall’ambiente. C’è un motivo per cui anche se lo usi su un palco molto rumoroso, tendenzialmente trasmette soltanto la voce di chi canta e non il gran casino di batteria e amplificatori. I dinamici sono quelli che trovi generalmente nelle radio e negli studi di registrazione dove si effettuano doppiaggi e voice-over: sono la soluzione migliore per registrare la voce, punto. Allo stesso tempo semplificano molto la vita in ambienti poco trattati acusticamente, dove il riverbero naturale o i vicini troppo rumorosi possono rovinare il tuo suono: i microfoni dinamici sono cardiodi. Con una simile figura polare sei molto più protetta dai casini che vengon fuori registrando in camera tua: e se hai già iniziato a fare un podcast, sai benissimo che c’è sempre del casino che entra dal resto della casa, o dal palazzo, o la strada. Si trovano microfoni dinamici USB, ovviamente: se è la strada che preferisci, ti consiglio fortemente di comprare un microfono dinamico USB.
Un microfono a condensatore per tutte le altre occasioni
Per registrare una chitarra acustica, o un altro strumento, e vuoi catturare tutte le sue sonorità, un microfono a condensatore è il tuo miglior amico: ed è il tuo migliore amico anche in tutte quelle situazioni in cui un microfono solo non basta. Immagina di trovarti con un microfono solo e tre persone che parlano: un bel casino. (E soprassediamo sul fatto che è fondamentale prepararsi, per evitare di non poter registrare o registrare male. Ma quello è un altro discorso.) Un microfono dinamico, per sua stessa conformazione, non può aiutarti: dovresti passarti il microfono, di mano in mano, ottenendo quel pessimo effetto da presentazione di provincia dove c’è un microfono solo e quattordici relatori. Ma ecco il tuo migliore amico, il microfono a condensatore. A seconda del produttore del microfono, questi potrà essere impostato per registrare secondo più figure polari. Due persone? Vai di figura 8. Siete in tre? Omnidirezionale e passa la paura. Certo, devi verificare che il tuo microfono permetta il cambio di figura polare: di solito c’è una leva che permette di selezionare la diversa figura. Il microfono che ho usato più a lungo, il Samson C03, permette tre figure polari (supercardiode, omnidrezionale, bi-direzionale), ma le immagini sul sito ufficiale di Samson non lo mostrano: ecco uno screenshot da Amazon, così capisci meglio.
Un, due, tre: da sinista a destra abbiamo bi-direzionale, cardioide, omnidirezionale.
Due cose da tenere in considerazione per i microfoni a condensatore
Un microfono a condensatore in generale registra qualsiasi cosa gli succeda intorno, tutto il contrario del dinamico. Devi registrare in un ambiente relativamente silenzioso, oppure stare davvero attenta. Questa è la cosa uno. La seconda cosa è che i microfoni a condensatore richiedono di essere alimentati: è la cosiddetta phantom power. Devi verificare che la tua scheda audio o il tuo mixer la possano erogare – c’è scritto in modo piuttosto chiaro: nell’immagine qui sotto vedi il tastino “phantom” di un mixer Behringer.
C’è proprio scritto.
Nel caso di microfoni a condensatore USB non dovrebbero esserci problemi, la corrente verrà erogata dal computer.
E quindi, che cosa devo fare?
Se puoi, acquista un microfono dinamico: uno per ciascuna delle persone che parlano nel tuo podcast. La qualità ti stupirà. Se invece hai esigenze diverse, o precarie, un microfono a condensatore è sicuramente più versatile e potrà venirti incontro in tante situazioni diverse, ma è meglio che impari i suoi limiti e come prevenirli.Ricorda comunque: il tuo microfono può essere il miglior cardioide della storia ed essere sensibile soltanto a quello che succede davanti a lui: ma se i tuoi gatti fanno cadere il televisore e c’è un bel botto, il volume di quel botto sarà registrato per forza. Non si è invincibili, neanche coi microfoni dinamici, anche se aiutano a vivere bene.