Ma quindi come lo fai, un podcast da remoto? Qui racconto come abbiamo fatto Elisa Finocchiaro e io per #Coccinelle2020, il podcast delle cose belle – nonostante tutto. I retroscena sul perché abbiamo ripreso un programma finito nel 2015 li puoi leggere qui.
E quindi: è finita. Elisa e io abbiamo fatto trentacinque puntate di Coccinelle, anzi: di #Coccinelle2020 e abbiamo chiuso. Parzialmente, chiuso: abbiamo un’altra puntata registrata da far uscire, e poi ne vorremmo realizzare un’altra in diretta. Poi chissà cosa succederà nella fase tre, nella fase quattro, magari nella fase cinque.
Tutte e trentacinque queste puntate, più l’episodio zero, sono molto belle: merito sicuramente degli ospiti, notevolissimi, che abbiamo avuto. Qui di seguito troverai tutto il divertente e divertito racconto delle difficoltà tecniche con le quali ci siamo scontrate durante la realizzazione di #Coccinelle2020. Alla fine di questo post troverai l’elenco delle puntate, con i rispettivi link per ascoltarle.
L’antefatto
Queste settimane di distanziamento sociale imposto ci hanno costretto a ripensare in corsa le modalità di produzione di tutti i programmi di Querty. Alcuni hanno incontrato notevoli difficoltà, anche nella forma di un computer che si è rotto dopo anni di onorata carriera, altri hanno continuato in maniera più o meno indolore. Altri, addirittura, sono nati, come Le sedici candeline (scusa la promozione spudorata, ma se ancora non lo conosci: conoscilo!). A un certo punto, durante le prime settimane di quarantena, il buon Aldo Fresia uscendo dalla doccia ha pensato: ci vorrebbe proprio un programma che metta allegria come metteva allegria Coccinelle tanti anni fa. Elisa e io interrompemmo Coccinelle nel 2015 dopo più di quaranta puntate piene di storie allegre e scaldacuore per una serie infinita di motivi, non ultimo il fatto che non riuscivamo più a garantire costanza e qualità. Ma uno sprint? Uno sprint lo possiamo fare, abbiamo pensato. Ed ecco #Coccinelle2020, una pillola quotidiana di allegria (e, si spera, affetto): nei nostri piani una cosa da dieci minuti, che poi nella pratica non erano mai meno di un quarto d’ora, fino alla puntata record da 31 minuti.
L’organizzazione che abbiamo deciso di darci è stata molto semplice: registrare il sabato e la domenica pomeriggio tre puntate alla volta, in questo modo occupando un massimo di un’ora e mezzo per sessione. Ingenui: tra le verifiche di connessione e i saluti (tutti gli ospiti sono amici, alcuni molto cari, che in molti casi non vedevamo da settimane o mesi), non abbiamo fatto mai meno di due ore.
Per la registrazione in sé ho scelto Zencastr, che mi è sembrata la soluzione migliore: per semplicità di utilizzo, per costo, e tutto sommato anche per qualità di file ottenuto.
Predicare e razzolare
Con tutte le cose che ti ho raccontato fino a oggi su come si registra da remoto, e quelle che ancora devo raccontarti, potresti pensare che sono una macchina da guerra, in grado di portare a casa puntate di qualità eccelsa in qualsiasi occasione. E invece questo post è la storia di come ho sudato molto, bestemmiato, e corretto in corsa la nostra traiettoria.
Partiamo subito col dire che le cose che ho scritto di Zencastr rimangono valide: è un ottimo servizio, soprattutto in questo momento in cui non ci sono limiti di tempo o di ospiti neanche nella versione gratuita. È semplice da usare (basta un link e si è dentro una conversazione) e si ottengono tracce più che usabili – soprattutto: si ottiene una traccia per ciascun partecipante, e come ben sai è la mia cosa preferita, poter poi fare un lavoro di montaggio, equalizzazione, sistemazione dei volumi.
Il problema è che per funzionare ha bisogno di una rete internet abbastanza performante: in caso contrario iniziano i problemi, come glitch audio e distorsioni devastanti. E ti dirò: è anche comprensibile e giustificabile che ci siano, questi problemi: la colpa, in larga parte, rimane della pessima infrastruttura che abbiamo in Italia, e in seconda battuta delle compagnie telefoniche che ci danno modem wifi non sempre all’altezza delle loro reti. Zencastr fa quello che può con quello che gli viene dato.
Nella fattispecie: la connessione di Elisa si è rivelata molto più ballerina di quanto pensassimo, e in un paio d’occasioni già nella prima settimana sentiva l’audio in ritardo rispetto a me e all’ospite di turno; già al secondo giorno di registrazioni abbiamo dovuto interrompere la puntata e finirla in altro modo. Ovvero: ho tirato fuori l’interfaccia audio che usiamo normalmente a Ricciotto, il RODEcaster Pro, ho collegato il telefono in bluetooth al RODEcaster ed effettuato una chiamata di gruppo nella maniera più veloce che ho potuto, ovvero su WhatsApp. Per finire ho registrato la puntata direttamente nella schedina SD del RODEcaster. Ci abbiamo messo cinque minuti in più ma a parte questo, nessun altro problema.
Il RODEcaster Pro, l’inaspettato eroe di questa serie di Coccinelle.
Ma ho potuto farlo solo perché l’estate scorsa Querty ha acquistato un’interfaccia audio incredibilmente versatile e adatta a qualsiasi situazione ci possiamo trovare, quando registriamo sia ’in studio’ che dal vivo. È uno strumento professionale che ha un prezzo adeguato alle sue caratteristiche e non è alla portata di tutti, per spesa e funzioni. Se fai il tuo podcast da sola ti basta un microfono USB, o una scheda audio a un canale, non una bestia come questa. (Un giorno o l’altro ci farò una bella recensione.)
La qualità della telefonata su WhatsApp però non ci convinceva, e dopo un altro paio di tentativi con Zencastr ci siamo arrese e siamo passate a Skype, che è molto più solido da questo punto di vista. Inoltre, la funzione di registrazione della chiamata è integrata, non è necessario utilizzare software terze parti: il processo è quindi praticamente immediato e anche questo ha spinto per l’uso di Skype.
Un VoIP per ogni occasione
Skype comprime moltissimo l’audio, una tattica messa in campo per consumare meno banda possibile – ed essere, quindi, “l’opzione di riserva” forse migliore del mazzo. Anche se togli la regolazione automatica del microfono, come ti ho suggerito, la compressione comunque rimane. Nonostante questo, ma anche proprio per questo, le puntate ci sono uscite tutte in maniera piuttosto liscia. Ogni tanto la connessione di Elisa tornava traballante e lei non sentiva quello che dicevo io o l’ospite della puntata, e rischiava di intervenire in ritardo o comunque fuori tempo rispetto a noi. Come detto nel capitolo dedicato a Skype, dalla registrazione integrata si ottiene un file audio unico, dove non è possibile togliere o spostare gli interventi di ciascuno, quindi abbiamo dovuto tenerci le puntate così come venivano.
Ma quando, verso la fine della stagione, la connessione di Elisa è tornata a essere eccessivamente traballante ho dovuto cambiare ulteriormente strategia. Il RODEcaster non è solo un’interfaccia audio, ma incorpora anche le funzioni di vero e proprio mixer: pertanto ho miscelato la mia voce (presa dal microfono collegato con un semplice cavo XLR al primo canale), quella degli ospiti (presa dal quinto ingresso del mixer, quello collegato via USB al computer) e quella di Elisa (presa dal sesto, l’ingresso bluetooth al quale ho collegato il mio telefono). Io parlavo al microfono, l’ospite parlava su Skype, con Elisa avevo una telefonata normale, ‘vecchio stile’, dal mio telefono, e il RODEcaster miscelava e faceva sentire le voci di tutte a tutte quante. Così abbiamo aggirato la connessione ballerina di Elisa, lasciando Skype agli ospiti (che mediamente erano meno traballanti).
Alla fine della fiera
Non vorrei che questo sembri un post che rinnega quanto detto in precedenza, sia per Zencastr che per Skype. Skype mi ha salvato la ghirba in tutte le 35 puntate di #Coccinelle2020, e quando tutte le persone coinvolte nella registrazione hanno una rete stabile Zencastr è un sistema notevolissimo. Non vorrei nemmeno che pensassi che senza un’interfaccia audio che costa quanto un mese di affitto di un monolocale sulla circonvallazione a Milano tu non possa fare niente.
Quello che ho voluto mettere in luce è come sia sempre necessario pensare almeno a un piano B, ed eventualmente avere anche un piano C. Un po’ per abitudine, un po’ per forma mentis io sono in una posizione fortunata: se mi si frigge un cavo ne ho diversi di scorta; ho abbastanza esperienza per riuscire a improvvisare senza perdere troppo tempo; ho la strumentazione adatta per mettere in atto almeno un paio di piani di emergenza. È una cosa che si impara facendo tante cose, e sbagliando tantissimo («Ah, ma sai che non ho ancora premuto il pulsante? Non stavamo registrando!», «Ah ma sai che ho invertito il cavo? Non si sentiva un cazzo!», e via andare).
Se però non hai le possibilità materiali che ho accumulato negli anni e la prontezza dovuta dall’esperienza: preparati prima. Hai un bel microfono USB? Tieni sottomano le cuffiette microfonate del telefono, da collegare al computer nel caso il microfono non funzioni/i driver decidano di andare al mare/le cavallette/non è stata colpa mia! Rispetto al microfono vero le cuffiette faranno schifo, ma l’obiettivo è arrivare nelle orecchie delle persone, non importa come. Non consumare tutto il traffico dati del tuo piano tariffario, ché potresti aver bisogno di usare lo smartphone come un hotspot per il computer. E già che parliamo di computer: ti auguro davvero che non ti si frigga (già che ci siamo: da quant’è che non fai un backup?), anche perché lì c’è ben poco da fare: ma Skype permette la registrazione anche se la conversazione viene fatta da dispositivi mobili. Eccetera, eccetera, eccetera.
Esser pronte, essere elastiche, non avere paura di sbagliare. Tieni, la moraletta come alla fine di un episodio di Scrubs.
Gli episodi
- Pronti per le presidenziali (domenica 22 marzo)
- Fare i sold out senza saper suonare – con Aldo Fresia (lunedì 23 marzo)
- Siamo tutte bimbe di Conte – con Giulia Perona (martedì 24 marzo)
- Buon appetito! – con Jacopo Colò (mercoledì 25 marzo)
- Lontre calling – con Giulia Cuter (giovedì 26 marzo)
- Dal profondo delle camerette – con Giulia Caterina Trucano (venerdì 27 marzo)
- Forza Bartali – con Gaia Barillà (sabato 28 marzo)
- Di che cosa vuoi parlare, con Valentina De Poli, se non di sport? – con, va da sé, Valentina De Poli (lunedì 30 marzo)
- Kakapò! – con Fabio Deotto (martedì 31 marzo)
- Liste, che passione! – con Federica Bordin (mercoledì primo aprile)
- Ti ricordi Google Trends? – con Vincenzo Sarno (giovedì 2 aprile)
- Come vite distanti, i fumetti solidali – con Lavinia Michela Caradonna (venerdì 3 aprile)
- I giochi per padri e figlie – con Anna e Andrea Ciraolo (sabato 4 aprile)
- Notizie senz’ansia – con Andrea Musso (lunedì 6 aprile)
- Ritratto di quarantena con figli – con Marta Cai (martedì 7 aprile)
- I giochi da remoto – con Claudio Serena (mercoledì 8 aprile)
- Una fanfiction per tutti – con Eleonora Caruso (giovedì 9 aprile)
- Un concerto d’armonica – con Tito Faraci (venerdì 10 aprile)
- Una netta maggioranza di siculi! – con Giulio Passerini (sabato 11 aprile)
- La vita segreta dei panda – con Ludovica Lugli (martedì 14 aprile)
- Tutto grazie al prof. di ginnastica – con Ivan Barbieri (mercoledì 15 aprile)
- Una puntata regale – con Lucia Rinolfi (giovedì 16 aprile)
- Le stampe del cuore – con Giulia Nicolai e Francesca Colonia, Betterpress Lab (venerdì 17 aprile)
- Palline di algheeeeeee – con Francesco Vanotti (sabato 18 aprile)
- Ma questo Kafkian – con Giorgio Fontana (lunedì 20 aprile)
- Nella vasca da bagno – con Marianna Peracchi (martedì 21 aprile)
- Gatti senza buchi – con Alice Cucchetti (mercoledì 22 aprile)
- Bentornato José – con Ilaria Pachera (giovedì 23 aprile)
- Registrare tutto – con Matteo Uggeri (venerdì 24 aprile)
- Scrivere! – con il Mecenate Povero (sabato 25 aprile, buona festa della Liberazione dall’oppressione nazifascista)
- La nostra nuova guru – con Eugenia Fattori (lunedì 27 aprile)
- I trombonisti si conoscono tutti – con Marco Caverni (martedì 28 aprile)
- Le orme degli alieni – con Gaia Margutti (mercoledì 29 aprile)
- Coccinelle slam – con Littlepoints… e Pippo Balestra (giovedì 30 aprile)
- Il miglior tetris si gioca con tanto caffè – con Martina Dirce Carcano (venerdì primo maggio, buona festa dei lavoratori)
- Un degno finale – con Nicola Bernardi (sabato 2 maggio)